QUEI 5 MESI ALLA SCUOLA MILITARE ALPINA (SMALP) di Paolo Vaccari

Genova, 8 ottobre 2018.

L’aria fresca della mattina autunnale, che mi sfiora il viso, mi riporta con la mente al medesimo giorno di tanti anni fa…..

Era l’8 ottobre 1991 quando, 27 anni fa, 100 e più ragazzi provenienti da diverse regioni italiane (Friuli, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Abruzzo, per citarne solo alcune…), chi partendo da casa chi, già militare, dalle caserme di appartenenza, intraprendevano tutti lo stesso cammino verso Aosta destinazione la caserma Cesare Battisti della Scuola Militare Alpina. Già la SMALP…. quella caserma dov’era obbligatorio spostarsi sempre di corsa, quel nome già conosciuto dai racconti… la scuola militare più dura d’Europa (così dicevano tanti Alpini) li stava aspettando per il corso AUC forse più impegnativo, quello invernale.

E allora oggi, in questa mattina di preludio al freddo, il mio pensiero ritorna a quel viaggio in treno diretto al capoluogo valdostano, al pulmino dell’Esercito che aspettava gli AUC fuori dalla stazione, alla calda accoglienza del Sottotenente a ciò designato, a quelle prime adunate nel piazzale della caserma con lo sguardo rivolto alla bandiera tricolore e con lo sfondo della Becca di Nona e del Monte Emilius già leggermente imbiancati.

Adunate precedute già da numerose attività: sveglia, cubo, reazione fisica, pulizia personale, pulizia camerata, pulizia bagni, pulizia settori della caserma e forse, se rimaneva tempo, la colazione.

I ricordi galoppano… le prime esercitazioni a Pollein (sito naturale usato per l’addestramento di base sia notturno sia diurno), le marce con terreno sempre più innevato, l’addestramento formale, lo studio obbligatorio, gli accertamenti, il Poligono di Clou Neuf (poligono di tiro situato a nord ovest di Aosta nel comune di Sarre, utilizzato sia come poligono diurno sia come poligono notturno), poi quello di Boutier (poligono utilizzato per il lancio della bomba a mano posizionato a nord-est di Aosta), il giuramento, le guardie (quanto freddo…), e poi ancora Monte Torrette (area addestrativa in “zona collinare” posizionata a nord ovest di Aosta che era usata per le prove di assalto a fuoco diurne e notturne e per le esercitazioni di difesa a tempo indeterminato), le pattuglie da combattimento (esclusivamente in mimetica bianca per confonderci sulla neve), il corso roccia nella palestra naturale a fianco del Castello Duca degli Abruzzi (sede del Comando SMALP), gli elimbarchi/elisbarchi sull’AB-412, il periodo passato nella Caserma Monte Bianco di La Thuile insieme ai fucilieri esploratori (Alpieri), le eseercitazioni al Vallone d’Orgère (vallata a 2.500 s.l.m. situata ai piedi del Monte Bianco nei pressi di La Thuile. Ricoperto da una spessa coltre di neve, era utilizzato per le prove di assalto a fuoco di Compagnia nella parte terminale del corso), quelle al Colle San Carlo (valico alpino a 1.951 metri s.l.m., situato poco distante dalla Tête d’Arpy, da cui trae il nome in francese. Ultimo sito utilizzato, nel mese di febbraio, per l’assalto a fuoco di Compagnia), e… dimentico sicuramente qualcosa…..

Ah si…. tra le altre cose stavo dimenticando i nostri comandanti, le frequenti punizioni a volte giuste e a volte ingiuste (ma era un modo anche quello per crescere…) e le sensazioni: il freddo, la stanchezza, momenti di sconforto ma anche di gioia (per esempio quando si riusciva a telefonare a casa e sentire la voce dei propri cari o quando arrivava qualche bella lettera, a quei tempi non esistevano smartphone e Whatsapp) e l’allegria durante le libere uscite quando si riusciva ad andare a mangiare una pizza in compagnia dei fratelli di corso.

Si proprio loro, i cari fratelli…. E allora il pensiero corre agli amici della camerata, del Plotone, della Compagnia… te li ricordi sempre così,
uguali come allora e speri che per ognuno di loro la vita possa sorridere (anche se, purtroppo, non è sempre così…). In fondo l’amicizia vera è nata lì… ed è di quelle amicizie che non si possono rompere… un legame stretto nato all’ombra del Monte Emilius. Quei ragazzi, ora uomini, che quando si ritrovano basta un solo sguardo per capirsi al volo, anche dopo 27 anni…. Non per niente ci chiamiamo fratelli.
E allora pensi che è proprio un peccato non poter rivivere almeno una giornata di quei 5 mesi, tornare indietro nel tempo per un solo giorno, non chiederei di più… ovvio che è impossibile se non con la mente, ma almeno rimane la certezza di aver vissuto una grande esperienza, esperienza che nessuno potrà mai portarci via.
Teniamocela stretta!
Ah non l’ho ancora scritto…. in quella fresca mattina di 27 anni fa stava partendo il 145 AUC, quei ragazzi non lo sapevano ancora ma stavano per affrontare la più bella avventura della loro vita…. La SMALP!
Ten. Paolo Vaccari, 145 AUC SMALP, seconda Compagnia, terzo plotone, camerata 10.